sabato 11 luglio 2020

SANTA SOFIA DI NUOVO MOSCHEA. MOSSA SBAGLIATA DI ERDOGAN


Il “sultanino” Recep Tayyip Erdogan sta cercando di mettere insieme il suo immaginario puzzle di impossibile e irrealizzabile ricostruzione dell'Impero Ottomano. Ha creato le condizioni perché il Consiglio di Stato turco annullasse il decreto del 24 Novembre 1934 dell'allora illuminato (quello sì!) presidente Mustafa Kemal Atatürk (ovvero “padre dei Turchi”, non a caso) che trasformava la moschea Santa Sofia di İstanbul in un museo. E adesso che ha ottenuto il suo scopo si è precipitato a firmare il relativo decreto, annunciando che nella Basilica la prima preghiera islamica dopo 86 anni avverrà il prossimo 24 Luglio. La riconversione in moschea del monumento simbolo di İstanbul è “un diritto sovrano” della Turchia, ha affermato nel suo discorso alla Nazione. Che, in gran parte è d'accordo con il “sultanino”, tanto da affermare che la Basilica non avrebbe mai dovute essere trasformata in museo (dimenticando in fretta e furia tutto il saggio processo di laicizzazione operato da quello che invece, fino a pochi anni fa, era venerato come il “padre dei Turchi”). Ma tant'è. Il mito dell'uomo forte è duro a morire, in qualunque parte del mondo, non solo in Italia!
Con questa mossa di islamizzazione globale della Turchia (in spregio alle minoranze religiose come quella ortodossa soprattutto, o come quella di religione ebraica, ai tempi dei veri sultani ben accolte sul suolo turco e in particolare a İstanbul), Erdogan ha suscitato l'irritazione non solo dell'Europa, ma anche dell'Unesco, organizzazione che aveva decretato Santa Sofia patrimonio dell'umanità.
Ma il “sultanino” vuol fare sempre la voce grossa, creandosi così nemici ovunque nel mondo, perfino, come sappiamo, tra gli storici alleati Stati Uniti d'America. E si dimostra così molto meno lungimirante di Atatürk, che già all'inizio del secolo aveva forse un obiettivo più importante e intelligente che la ricostituzione dell'antico e anacronistico Impero Ottomano: quello di un'integrazione all'interno della comunità degli Stati Europei per promuovere un'effettiva modernizzazione della sua Nazione, all'epoca molto arretrata. Così, invece, Erdogan ha messo un altro tassello alla probabilissima, anzi inevitabile, esclusione della Turchia dall'Unione europea.
Forse sarà anche vero che, come dice lui stesso, non ci saranno più biglietti da pagare per l'ingresso ai turisti “come in tutte le altre moschee” ma, adesso che Santa Sofia sta per essere posta sotto l'amministrazione della Diyanet, l'autorità statale per gli affari religiosi che gestisce tutte le moschee della Turchia, bisognerà vedere quanti turisti potranno, e soprattutto vorranno, continuare ad ammirare di persona la splendida architettura e i meravigliosi mosaici bizantini che Santa Sofia conserva al suo interno. Erdogan sta allontanando a passi da gigante la Turchia dall'Occidente. E tanti turisti europei andranno verso altre mete dove non vige un superato e sterile ideologismo religioso. Ma se lui è felice così…
La Basilica di Santa Sofia, che porta splendidamente i suoi quasi 1500 anni di età, fu la chiesa più importante del mondo bizantino, in realtà dedicata non a una santa, ma a un concetto astratto, quello della Divina Sapienza (Haghìa Sophìa). Il primo edificio fu costruito per volere dall'imperatore Costantino I, secondo la tradizione, e dedicato a Gesù Cristo il Salvatore. Fu distrutto da un incendio e al suo posto venne edificata una nuova chiesa per volere di Teodosio II, che la inaugurò nel 415, ma che fu a sua volta distrutta da un nuovo incendio durante la rivolta di Nika contro l'imperatore Giustiniano I, nel 532. Per volere di Giustiniano e di sua moglie, l'imperatrice bizantina Teodora, la Basilica venne ricostruita sulle sue ceneri molto più grande e maestosa delle precedenti, e inaugurata il 26 Dicembre del 537. Per eseguire la ricostruzione, furono chiamati a lavorare ben 10 mila operai e 100 capomastri. Per rivestire le pareti e le colonne, affrontando spese ingentissime Giustiniano fece giungere da varie province dell'impero cumuli d'oro e una grande varietà di marmi: il bianco da Marmara, il nero dalla regione del Bosforo, il verde dall'isola di Eubea, il rosa dalle cave di Synnada e il giallo dall'Egitto. Inoltre fece recuperare colonne ellenistiche e ornamenti dai templi di Diana a Efeso, Atene e Delfi, e di Osiride in Egitto.
Il lavoro fu affidato a due architetti greci: Isidoro di Mileto, all'epoca a capo dell'Accademia platonica di Atene, e il matematico e fisico Antemio di Tralle. I princìpi di costruzione sui quali i due basarono gli studi di preparazione all'opera erano ispirati al Pantheon di Roma e all'arte paleocristiana.
La navata centrale è di 70 m per lato, mentre la cupola centrale, con i suoi 30 m di diametro e i 56 m di altezza, risulta una delle più ampie al mondo. Sulla circonferenza, le 40 finestre ad arco formano una corona di luce che sembrano farla galleggiare sopra la Basilica.
Santa Sofia fu trasformata in moschea per volere di Mehmet II durante la presa della città di Costantinopoli da parte degli Ottomani nel 1453. I conquistatori musulmani coprirono i mosaici murali e le loro splendide icone con un intonaco di calce, costruirono i quattro minareti ai rispettivi lati, e comunque affascinati dalla maestosità dell'edificio si servirono, poi, del suo modello di architettura come fonte di ispirazione per la moschee che vennero costruite in seguito.
Ben visibili all'interno sono i quattro grandi pannelli rotondi in pelle di cammello appesi nell'Ottocento, opera del calligrafo Kazasker İzzed Effendi, che in lettere d'oro riportano i nomi del primi quattro califfi (Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali) e che si aggiungono ai medaglioni dedicati ad Allah, al profeta Maometto e sui suoi due nipoti: Hassan e Hussein.
Nel 1934, appunto, Mustafa Kemal Atatürk  la trasformò in un museo. Fece togliere dal pavimento i tappeti che nascondevano gli splendidi mosaici marmorei, e l'intonaco bianco che impediva la vista dei grandiosi mosaici murali bizantini. Che adesso verranno in qualche modo di nuovo nascosti, perché l'islam vieta qualunque forma di iconografia sacra. Ma non è grave: moltissimi turisti d'ora in poi si accontenteranno di ammirarli mediante le fotografie scattate in tutti questi anni, senza scomodarsi per volare fino a İstanbul. E comunque continueranno a considerarla per sempre una Basilica cristiana, nonostante gli antichi sultani e il nuovo “sultanino”. Che non sono riusciti e non riusciranno mai a costruire una meraviglia come questa.


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