lunedì 20 maggio 2013

AFFRONTARE LE COSE E LA VITA SECONDO I PRINCÌPI DEL BUDDISMO PORTA AL SUCCESSO E ALLA FELICITÀ

Rama Dr. Frederick Lenz, autore
del libro Lo Zen
e l'arte dello snowboard
Recentemente ho scelto a caso dagli scaffali della mia libreria un volume tra i tanti che non avevo mai avuto il tempo di leggere. Poi spiegherò il perché, ma adesso ho la netta sensazione che in quella scelta io sia stato misteriosamente guidato da un sesto senso, da un intuito particolare, forse da un'indicazione del mio stesso Sé, ovvero dalla mia anima. E, in fondo, forse era proprio quello che io avrei voluto in cuor mio. Il libro si intitola Lo Zen e l'arte dello snowboard – Dalla saggezza delle nevi eterne l'insegnamento di un monaco buddista per raggiungere l'illuminazione spirituale, l'amore e la fiducia in se stessi, edito da Sperling & Kupfer. È un libro celebre che è stato tradotto in molte lingue nel mondo ed è stato scritto da un altrettanto celebre e discusso autore: il californiano Frederick Lenz (1950-1998).
Conosciuto anche come Rama Dr. Frederick Lenz, ad appena dicannove anni, nel 1969, durante un suo soggiorno alle pendici dell'Himalaia, spinto dalla sua passione per lo snowboard, l'autore del libro aveva avuto un incontro fortuito con un maestro dello yoga buddista tantrico che lo aveva iniziato, appunto, alla conoscenza della sua disciplina e della meditazione. Nel rivelare molte, interessantissime cose sulla realtà materiale e immateriale, sulla vita e sulla morte, questo maestro, di nome Fwap Sam-Dup, per spiegare all'autore concetti non facili da cogliere era ricorso a esempi “pratici” e aveva utilizzato delle metafore che hanno come punto focale proprio lo snowbord e la tavola che si usa per le discese sulla neve. Spiegazioni illuminanti, come leggerete tra poco, ma che mi hanno anche sorpreso perché proprio nelle scorse settimane, approfittando della stagione migliore, ho recuperato la mia mountain bike, una fiammante Colnago, e ho riscoperto le sane pedalate tra la natura di un tempo. Fin da quando ero ragazzo, la bicicletta mi dà un senso di libertà e indipendenza incredibile, molto più dell'automobile o della moto, perché sono io il “motore” e l'artefice del movimento. E trovo che gli insegnamenti del maestro Fwap Sam-Dup possono benissimo riferirsi a tutti gli sport praticati mediante uno strumento, un attrezzo come appunto anche è la tavola da snowboard, così come a qualunque altra attività. Forse si tratta solo di coincidenza, ma qualcosa dentro di me mi dice che riscoprendo d'un tratto, dopo vari anni, la bicicletta e, poi, leggendo questo libro, qualcuno o qualcosa ha voluto forse che io imparassi qualche cosa di nuovo e di importante sull'esistenza. Almeno ne ho l'intima certezza, una specie di rivelazione.
E adesso vorrei riportare qui alcuni bellissimi passaggi del libro di Frederick Lenz.

«Esistono cinque modi di base per avvicinarsi allo snowbord o a qualunque altra cosa», iniziò il maestro Fwap. «Ci sono anche molte combinazioni che mescolano elementi di questi cinque diversi approcci… Il primo è il metodo istintivo: è il meno efficace. Con questo metodo, permetti ai tuoi istinti di base di guidarti… Timore, piacere ed equilibrio fisico… Sei disposto a imparare lo snowboard e fai ciò che è necessario perché il tuo corpo aspetta con impazienza quell'esperienza piacevole. Usi la paura per evitare di farti male e anche l'innato senso dell'equilibrio per restare sulla tavola durante le discese.
Il secondo metodo è l'approccio appassionato: in questo caso, sono i desideri a spingerti. L'ego ti guida e le passioni ti danno potere: è il metodo “macho”… Con questo metodo si convalida l'immagine che si ha di sé attraverso le conquiste e i successi che si ottengono facendo snowboard. Di certo si combina questo approccio con quello istintuale. Durante i tuoi viaggi, avrai incontrato appassionati di snowboard che usano questo metodo… Apprezzano fisicamente la sensazione dello snowboard e utilizzano la paura, l'equilibrio e la voglia di successo del loro “io” per impressionare se stessi e gli altri. La loro passione li spinge più di quanto riescano a fare gli sciatori solo istintuali… Il terzo approccio è di tipo irrazionale. In effetti non è neppure un metodo: è dominato dall'ira e dall'aggressività incontrollata. Chi usa questo metodo salta i preliminari e parte! Probabilmente finirà all'ospedale, e magari si porterà appresso anche qualcuno che ha travolto… Forse non sanno neppure loro perché si sono messi a fare dello snowboard, ma comunque quello è il modo che hanno scelto di vivere: si buttano su qualunque cosa e con tutta la loro rabbia cercano di ricavarne qualcosa per sé. Quando poi s'accorgono che non va, danno la colpa a qualcuno o a qualcos'altro, mai però a se stessi. Vivono in un mondo d'odio e di accuse… Esistono due modi più evoluti e sono quello gerarchico e quello relazionale… Questi due metodi di fare snowboard rappresentano l'approccio occidentale e quello orientale alla vita e alla soluzione dei problemi. Sono approcci mentali, in alternativa a quello fisico o emotivo dei metodi che ho delineato precedentemente. Sia il metodo gerarchico che quello relazionale fanno assegnamento sull'uso intelligente delle strutture. La differenza primaria tra questi due metodi, tuttavia, è il modo in cui le persone li usano per sistemare, interagire e far funzionare queste strutture. Per capire questi metodi bisogna conoscere la differenza tra buddismo e cristianesimo… Il modo di pensare in termini di gerarchia discende dalla convinzione cristiana di una grande catena dell'essere. Secondo il cristianesimo, Dio è in cima all'universo e il diavolo è in fondo. Tutti gli altri esistono a livelli diversi, a seconda del loro essere più o meno divini. Dante, assieme a molti altri cristiani, aiutò a far sì che la visione gerarchica divenisse parte del pensiero e della filosofia occidentale. Secondo questo modo di pensare giudeo-cristiano, la creazione iniziò in uno specifico momento del passato e la fine del mondo avrà luogo in un momento specifico del futuro. Tutto è lineare secondo questo ragionamento e il tempo e lo spazio corrono su linee rette. Questi due concetti base, assieme all'idea che l'uomo nasce nel peccato e nella corruzione, quindi ha bisogno di redenzione, creano una cosmologia fisica e metafisica che hanno influenzato la struttura stessa del linguaggio, delle filosofie, dei metodi di pensiero e di analisi, del modo di risolvere i problemi e, ovviamente, del sistema di valori sociali dell'Occidente. In altre parole, gli occidentali, a meno che non siano irrazionali o intuitivi, tendono a pensare in linea retta. Lascia che ti faccia un esempio rispetto allo snowboard. Chi usa lo snowboard ed è di tipo gerarchico, scierà secondo linee rette. Inizia dalla cima della montagna e scia andando direttamente giù. Una volta arrivato in fondo, si ferma, poi risale e ricomincia da capo… Lo sciatore di tipo gerarchico pensa in linea retta. Il suo metodo per accedere all'abilità nell'usare lo snowboard è lineare… Significa che la costruzione dati è molto lenta, e non mi sembra una buona cosa per uno sport tanto veloce… Uno sciatore di tipo gerarchico impiega più tempo per valutare le cose perché deve collegare in linea retta tutti i pensieri. Uno sciatore di tipo relazionale può pensare più velocemente perché pensa a cerchi, ovvero, non deve passare attraverso molti pensieri, che gli farebbero perdere tempo, per fare collegamenti importanti tra le cose che pensa e percepisce! … Le persone di maggiore successo non si basano sull'analisi logica gerarchica per risolvere la maggior parte dei loro problemi: pensano in modo relazionale con l'aiuto della seconda attenzione. Le persone di maggior successo vivono in uno stato di vuoto felice e creativo. A differenza della maggioranza, totalmente assorta dai propri pensieri, dal futuro e dal passato, gli individui che pensano in modo relazionale, dal centro del cerchio della consapevolezza, possono vedere possibilità che altri trascurano e, simultaneamente, trovare rapide relazioni che consentono loro di scegliere con velocità e successo la soluzione migliore ed evitare disastri… Il successo nella vita dipende soprattutto da due fattori: la scelta dei tempi e la capacità di creare relazioni rapide e accurate all'interno della propria mente… La seconda attenzione è il lato magico della vita… Esistono due lati dell'esistenza, quello che si vede e quello che non si vede. Quel che si vede è la prima attenzione, mentre ciò che non si vede è la seconda attenzione… La seconda attenzione è un campo di luce infinita che esiste al di là della nostra comprensione. È la dimora di quel che gli esseri umani chiamano magia e miracoli… La maggior parte della gente non crede nella seconda attenzione. Non ne ha mai fatto esperienza, sebbene circondi continuamente sia loro sia il mondo in cui vivono… Attraverso la meditazione e altre pratiche tantriche, impariamo a entrare nel mondo magico della creazione. Si tratta del lato invisibile della vita che è alla base di tutti gli universi e li sostiene… La tua mente può percepire sia in modo logico che relazionale. Entrambi i metodi sono buoni e servono a scopi diversi. Il problema è che la maggior parte della gente è abituata a percepire le cose in un solo modo; non sviluppa mai l'innata capacità di percepire le cose dal centro del cerchio…».
Il maestro fa, poi, l'esempio di uno sciatore su snowboard che, trovandosi davanti un ostacolo improvviso durante una discesa, grazie alla seconda attenzione e al modo relazionale di pensare invece di farsi prendere dal panico e travolgerlo potrebbe semplicemente accettare il fatto della presenza di quell'ostacolo, come se fosse una cosa normale, e non perdere il controllo, affrontando la situazione a un livello di consapevolezza più profondo. Un esempio che potrebbe essere valido per esempio anche per chi, come me, si diverte a pedalare velocemente tra la natura…

Dicono che Frederick Lenz sia morto suicida dopo aver aver assunto 150 pillole di sedativo e poi sia stato trovato morto in mare, in California, a soli 48 anni. Pare una fine alquanto strana per una persona che si riteneva un illuminato o quasi proprio grazie agli insegnamenti del maestro buddista che aveva incontrato in gioventù sull'Himalaya, che insegnava a migliaia di persone la meditazione dello yoga tantrico buddista e zen. Ma pare sia finito così. Per fortuna ci ha lasciato almeno questo bellissimo libro, che vi invito a leggere perché contiene molti concetti utili e chiarisce molto le idee a chi è sulla via dell'autorealizzazione.

martedì 14 maggio 2013

GLI UOMINI DI POTERE? VANNO GIUDICATI DALLE AZIONI D'OGNI GIORNO E NON DALLE PROMESSE MIRABOLANTI. LO HA DETTO ANCHE MONTAIGNE

Ecco che cosa scrisse Michel de Montaigne (nel ritratto sopra), filosofo, scrittore, aforista e politico francese (1533-1592), sull'azione del giudicare:

«Per giudicare bene un uomo, bisogna controllare principalmente le sue azioni ordinarie e osservarlo nel suo procedere ogni giorno».

Ed ecco come commenta questo aforisma Claudio Lamparelli, scrittore, traduttore e studioso di storia delle religioni, nel suo volumetto L'arte della serenità, Oscar Mondadori:
«Questo principio è valido per giudicare sia gli altri sia noi stessi. Se vogliamo evitare delusioni e sofferenze dovute a giudizi sbagliati, dobbiamo arrivare a capire chi abbiamo di fronte, quale sia il suo vero carattere.
Ciò è ancora più importante quando una persona si presenta come una guida, un maestro, un consigliere, un educatore, un politico e così via. Prima di affidare a qualcuno del potere, dobbiamo sapere se non abbiamo a che fare con un ipocrita o un imbroglione.
Bisogna allora prescindere da quello che dice, perché lo strumento principale dell'arte della truffa è la parola. Nella nostra civiltà dei mass-media sono state messe a punto tecniche sofisticate per sedurre e convincere, per creare miti che non corrispondono minimamente alla realtà.
Gli uomini che aspirano al potere possono imporre una loro immagine artificiale, del tutto infondata, e spesso del tutto opposta a ciò che veramente sono: utilizzano semplicemente i metodi con cui i pubblicitari vendono i prodotti commerciali.
Dobbiamo dunque diffidare non solo dei bei discorsi, ma anche delle belle immagini. “In un uomo osserva la maniera di agire” consiglia Confucio “esamina le sue motivazioni, guarda dove trova appagamento. Questo è un mezzo sicuro per conoscere il suo carattere”.
Per giudicare di una persona, dobbiamo osservare come si comporta nella vita di tutti i giorni; e, beninteso, questo vale anche per noi stessi.
Spesso noi non ci conosciamo affatto, non sappiamo chi siamo, abbiamo immagini sbagliate di noi stessi. Anche in questo caso, vale lo stesso principio: giudicare non in base alle parole o alle dichiarazioni d'intento, ma in base a ciò che si fa e al modo in cui ci si comporta nella realtà di tutti i giorni.
Dice un proverbio arabo: “La prima volta che un uomo ti inganna la colpa è sua, ma la seconda la volta è tua”».

Non viene automatico ricollegare queste affermazioni soprattutto a certi uomini politici italiani (e non solo) che a furia di promesse mirabolanti e mai mantenute campano e, anzi, si arricchiscono alle spalle degli inermi cittadini, anteponendo i propri interessi ai loro, impoverendoli e costringendoli a
vivere nelle difficoltà e nella disperazione?