lunedì 30 gennaio 2017

OSHO: SE UN DESIDERIO TIRA L'ALTRO


Proprio nei giorni scorsi stavo rileggendo un bellissimo passo del volume La saggezza dell'innocenza - commenti al Dhammapada di Gautama il Buddha, Universale Economica Feltrinelli. Tratta del desiderio, inteso come avidità senza fine, una caratteristica che appartiene a molte persone, mai paghe di quello che possiedono e alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo e di maggior valore. Oggi ho ascoltato un discorso proprio su questo argomento di Papa Francesco, affacciato a una finestra del suo appartamento in San Pietro. Evidentemente il tema è particolarmente sentito, anche alla luce di quanto si sa da tempo ma che è stato ribadito recentemente, e cioè che poche persone al mondo detengono la quasi totalità delle ricchezze esistenti, mentre una piccola percentuale è distribuita tra il resto di tutta l'umanità.
Ecco che cosa dice Osho (nella foto in alto), uno dei miei Maestri più amati, forse il più amato in assoluto:


Desiderio significa avidità di avere sempre di più. Desiderio significa insoddisfazione, insoddisfazione di ciò che hai, insoddisfazione del presente, quindi cerchi soddisfazione nelle tue speranze per il futuro. L'oggi è vuoto, puoi vivere soltanto sperando nel domani. Il domani ti porterà qualcosa… sebbene siano arrivati molti domani e se ne siano andati e quel qualcosa non sia mai accaduto, tu continui a sperare oltre ogni speranza. Arriverà soltanto la morte.
I desideri non sono mai appagati, è nella natura stessa delle cose che non possano essere appagati. La persona attenta guarda in profondità nella mente desiderosa e ride. La mente desiderosa è la mente più stupida possibile, perché desidera qualcosa che non può essere appagato per natura stessa delle cose. Proprio come non potresti mai ottenere l'olio dalla sabbia – potresti lavorare la sabbia all'infinito senza mai ottenerne l'olio; non esiste nella sabbia, quindi è una cosa impossibile – proprio così accade al desiderio che è soltanto un'illusione.
Ti tiene occupato – ovviamente questo è il suo proposito – ti tiene occupato, ti fa sperare, ti promette. Il desiderio è un politico, continua a farti promesse: “Aspetta soltanto – fra cinque anni tutto andrà per il meglio. Ancora cinque anni soltanto e poi il mondo per te sarà un paradiso”. I politici hanno fatto promesse per migliaia di anni e guarda come l'umanità manca di intelligenza: nonostante ciò continua a credere nei politici. Li cambia: quando si stanca di qualcuno, comincia ad ascoltarne un altro. Ma questo non è affatto un cambiamento. Un politico viene sostituito da un altro, per questo le democrazie vivono con sistemi bipartitici.
Un partito rimane al potere per cinque anni e viste le sue promesse voi continuate a sperare, finché vi sentite frustrati – non accade nulla. Le cose vanno peggio di prima, ma a quel punto l'altro partito che non è al potere comincia a farvi promesse. La vostra stupidità è tale che voi cominciate a credere nell'altro partito. Lo portate al potere: vi illuderà per cinque anni. Nel frattempo il primo partito che vi aveva delusi ridiventa credibile; di nuovo acquista credito, ha criticato il governo del secondo partito  e ha riacquistato rispetto ai vostri occhi. Ancora una volta stimola le vostre menti speranzose. La memoria della gente è assai corta, perciò i politici continuano a illuderla.
Il desiderio è un politico. Un desiderio occupa la tua mete per molti anni, poi ti ritrovi le mani colme di frustrazione, sei stanco, sei esaurito, lo lasci perdere – ma sei immediatamente preda di un altro desiderio. Un altro politico ti aspetta al varco. Persegui il denaro, ti stanchi, dimentichi il denaro e cominci a rincorrere il potere o la fama.
Il desideri è tanto astuto che può prendere perfino la forma della religione: può diventare religioso. È pronto a indossare qualsiasi maschera. Può cominciare a pensare al paradiso e ai piaceri paradisiaci. Può offrirti l'idea che in questa vita la felicità non sia possibile, ma nella prossima vita tu sarai in paradiso e avrai ogni sorta di appagamenti… vivrai sotto l'albero che appaga i desideri. Starai semplicemente seduto sotto l'albero, esprimerai un desiderio e questo si realizzerà. Quale desiderio esprimerai? I vostri desideri sono stupidi perché nascono dalla mente. Quali piaceri cercherete in paradiso? Un giorno prova a pensare di aver raggiunto il paradiso: cosa chiederesti? Chiederesti un albergo, una sala cinematografica, una donna, un uomo… cos'altro? Sempre le stesse cose e la conseguenza sarà la stessa frustrazione.

                    Il desiderio non attraversa mai il sentiero
                    degli uomini virtuosi e risvegliati.

Buddha dice: definisco virtuoso colui che sia diventato completamente cosciente che ogni desiderio è ingannevole e per questo il desiderio non attraversa più la sua mente. La sua mente rimane priva di desideri. Il solo modo per essere privi di desideri è rimanere attenti, sempre vigili [vale a dire testimoni, nota mia]. L'attenzione crea in te una luce e le tenebre del desiderio non possono entrare in quella luce.

                    Il loro splendore li rende liberi.

Quando sei attento, nel tuo essere c'è luminosità in te sorge una grande intelligenza. Comunemente l'uomo vive nella stupidità, l'uomo comune vive in modo davvero stolto. Nell'istante in cui tu entri in sintonia con la tua musica interiore, entri in sintonia con la meditazione, si sprigiona in te una grande intelligenza. Con questa intelligenza ti è impossibile cadere nell'inganno del desiderio. Con questa intelligenza cominci a comprendere le cose per quello che sono in realtà, smetti di ingannarti. Comunemente quando credi di comprendere non fai altro che fraintendere. Puoi pensare di essere molto intelligente, ma soltanto gli stupidi pensano di essere intelligenti. L'intelligenza è inconsapevole di se stessa. Funziona, funziona perfettamente ma non crea un'autoconsapevolezza, non è portatrice dell'idea di un ego, né di alcuna superiorità. È assai umile, assai semplice.
Ma così come vive, l'uomo continua a fraintendere. Legge la Bibbia e fraintende. Neppure i discepoli più vicini a Gesù lo compresero. Io ripeto che Gesù è uno dei Maestri più sfortunati che abbiano camminato sul pianeta – non soltanto perché è stato crocifisso e perché ha avuto solo tre anni di tempo per svolgere il suo lavoro, ma anche perché ha avuto un gruppo di seguaci stupidi.
Il giorno in cui Gesù fu catturato – ed era assolutamente chiaro che uno fra i suoi discepoli, Giuda, lo aveva tradito – egli chiese agli altri undici apostoli: “Avete qualcosa da chiedermi?” Sapete cosa gli chiesero? Gli fecero domande talmente sciocche che Gesù deve aver pianto. Deve aver pregato nella profondità del suo cuore, come fece più tardi sulla croce: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che chiedono”.
Cosa gli chiesero? Gli chiesero: “Maestro, tu ci stai lasciando e devi spiegarci chiaramente delle cose. Nel mondo di Dio, nel regno di Dio, quello del quale tante volte ci hai parlato, tu sederai certamente alla destra di Dio: chi siederà alla tua destra? Fra noi, chi sarà il secondo dopo te e chi sarà il terzo e il quarto? Come sarà la gerarchia?”.
Vedete che domanda! Il Maestro verrà crocifisso il giorno seguente e quegli sciocchi si preoccupano della gerarchia, di chi starà più in alto! Sono pronti a concedere a Gesù: “Benissimo, questo lo accettiamo, che tu sia secondo a Dio, ma chi sarà il terzo e il quarto e il quinto? Decidilo chiaramente perché tu te ne stai andando e potremmo non incontrarci tanto presto, perciò tutto deve essere stabilito con certezza!”.
La mente desiderosa, la mente ambiziosa – essi non avevano affatto compreso Gesù. Si dice che Gesù cadesse in ginocchio e pregasse, con le lacrime che scorrevano sulle sue guance… E deve aver pianto perché quello era il risultato di tutto il suo lavoro: quella gente. E aveva predicato loro di non avere desideri, di non essere ambiziosi. Aveva detto loro: “Coloro che sono i primi in questo mondo,  saranno gli ultimi nel mio regno divino e coloro che qui sono gli ultimi, là saranno i primi”. Ma non avevano capito che stava dicendo loro di non essere ambiziosi.

[Dove gli ultimi, secondo me, sono appunto le persone non ambiziose, che hanno estinto in sé i desideri, e che diventeranno primi nel senso di liberi dai vincoli terreni, realizzati spiritualmente, prediletti da Dio e dall'Esistenza].