lunedì 16 luglio 2018

“TATHATA”, LO STATO DELLE COSE CHE NON BISOGNA CONTRASTARE



Uno dei libri che non posso fare a meno di rileggere spesso è L'ABC del risveglio di Osho (Oscar Mondadori). Percorrendo in ordine alfabetico i più importanti temi che riguardano la nostra vita, rappresenta la summa dell'insegnamento del grande, indimenticato rappresentante della spiritualità orientale. Proprio in questi giorni, sfogliando le sue pagine come fossero una bibbia, ecco che cosa di straordinario e prezioso ho ritrovato alla voce “Fattualità”.

Il Buddha usa moltissimo la parola “fattualità”. Nella lingua del Buddha è tathata: la fattualità, lo stato delle cose. La meditazione buddhista non è altro che vivere costantemente in questa parola, con questa parola, così in profondità che la parola scompare e tu diventi la fattualità.
Mangi, dormi, respiri, ami, piangi in quella fattualità: diventa il tuo stile di vita, non hai bisogno di preoccupartene né di pensarci, è ciò che sei.
Per esempio, sei malato. Quest'attitudine “essenziale” è accettarlo e dire a te stesso: “Tale è la natura del corpo”, oppure: “Così stanno le cose”. Non creare alcuna lotta, non iniziare a lottare.
Hai mal di testa, accettalo: è la natura delle cose. All'improvviso accade un cambiamento, perché quando questo atteggiamento prende piede, il cambiamento lo segue, come un'ombra: se riesci ad accettare il tuo mal di testa, il mal di testa scompare. Provaci: se accetti la malattia, questa inizia a scomparire. Come mai? Perché ogni volta che lotti, la tua energia è divisa: metà dell'energia si muove nella malattia, nel mal di testa, e metà dell'energia lotta contro il mal di testa. Si verifica una spaccatura, una rottura e la lotta… in realtà, questa lotta provoca un mal di testa ancora più profondo. Quando accetti, quando non ti lamenti, quando non lotti, l'energia dentro di te si integra e ogni spaccatura viene colmata. Allora si sprigiona una quantità di energia enorme, perché non esiste più alcun conflitto; e la stessa energia che si sprigiona diventa una forza che guarisce.
Questa parola, tathata, può operare così profondamente da essere efficace sulla malattia fisica, sulla malattia mentale e infine sulla malattia spirituale: è un metodo segreto, che porta al dissolversi di ogni malattia. Questa è la bellezza dell'assenza di lotta: trascendi, non sei più sullo stesso piano. E questa trascendenza diventa una forza che guarisce: all'improvviso il corpo inizia a cambiare. La stessa cosa accade alle preoccupazioni mentali, alle tensioni, alle ansie, all'angoscia. Perché una cosa ti preoccupa? Non sei in grado di accettarla, per questo ti preoccupa: vorresti che fosse diversa.
Per esempio, quando l'amore scompare, cosa puoi farci? Non hai scelta: non è possibile forzare l'amore… non si può far nulla contro la natura. L'amore era una fioritura, ora il fiore è appassito. La brezza era entrata nella tua casa, ora si è spostata in un'altra. Questa è la natura delle cose: continuano a muoversi, a cambiare. Tu vorresti che che questo amore rimanesse per sempre: nulla può essere eterno in questo mondo: tutto ciò che appartiene a questo mondo è momentaneo. Questa è la natura delle cose, la loro essenza, tathata.
Non puoi lottare contro “lo stato delle cose”, lo devi accettare.
Ricorda, la vita non ti asseconderà mai: tu dovrai assecondare la vita; lamentandoti o con gioia, questa è una tua scelta.Se l'asseconderai di malavoglia, soffrirai; se l'asseconderai con gioia, diventerai un Buddha e la vita diventerà estasi.
Quando la consapevolezza esiste nella sua più completa nudità, ha un proprio splendore: è la cosa più bella che esista al mondo. Ma perché sia così, ci si deve immergere nell'accettazione della natura delle cose. Ricorda, la parola “accettazione”non è granché. È troppo pesante - a causa tua, non a causa della parola in sé - in quanto tu accetti solo quando ti senti impotente: accetti con riluttanza, malvolentieri. Accetti solo quando non puoi fare nient'altro, ma in cuor tuo desideri ancora: vorresti che fosse diverso. Accetti come un mendicante, non come un re… e la differenza è immensa.
Quando accetti veramente, in tathata, non esiste alcun rimuginare e non ti senti impotente: comprendi, semplicemente, che questa è la natura delle cose.
Tathata significa “accettazione con un cuore totalmente aperto”, non è affatto impotenza. Quando accetti la natura e ti dissolvi in essa, ne segui il corso. Non hai alcun passo personale da compiere, non hai una tua danza privata, non hai neppure una piccola canzone tua, da cantare: la canzone del Tutto è il tuo canto, la danza del Tutto è la tua danza. Tu non sei più un'entità separata.


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