Qui sopra, un'immagine molto ravvicinata della stella del nostro sistema. In basso, un disco in lega metallica del III secolo d. C. che riproduce il Sol Invictus romano (British Museum). |
È un momento grandemente legato all'elemento terra, il cui simbolo può essere considerato il seme interrato. Questo piccolo seme, al buio e al freddo, assolutamente immobile ed apparentemente senza vita, è dotato in questo preciso periodo dell'anno della sua massima energia potenziale. In questa minuscola forma compatta esiste, in fieri, una pianta articolata in radici, tronco, rami, foglie e fiori, ma in questo momento è tutto fermo, come sospeso, in totale assenza di energia cinetica.
E per l'essere umano, abituato all'incessante divenire della vita, viene immediato collegare questo stato all'immobilità della materia, alla fissità della morte. Ma se sei consapevole dello sviluppo ciclico della natura e della legge che lo governa, sai che questo è un punto meravigliosamente vitale perché è un grande punto di svolta; in questo preciso momento tutto viene ribaltato, l'energia da potenziale si trasforma in dinamica, le tenebre cominciano ad arretrare perché il Sol Invictus, mai vinto, torna ad illuminare e
riscaldare la Terra. È ciò che i Latini, ma anche altri popoli prima di loro, celebravano con una festa particolare, i Saturnali – Saturno infatti è il pianeta della terra, della materia, della fissità, dell'immobilismo – durante la quale padroni e schiavi invertivano i ruoli.
Inverti anche tu qualcosa in te stesso; lascia alle spalle il ruolo di persona indaffarata a comprare regali, disattenta a quello che sta succedendo su piani più sottili, e assumi quello della persona che sente e vive intensamente nella propria interiorità tutto il fermento di questa straordinaria rinascita.
(da Meditazioni quotidiane – Pensieri di trasformazione di Dede Riva, Edizioni Mediterranee)
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