martedì 2 dicembre 2014

I GAY? SERVONO ALL'EVOLUZIONE UMANA PERCHÉ…



Ancora una mail che mi ripropone il dramma di un ragazzo che soffre per la condizione di omosessuale non sempre accettato dagli altri. Damiano, 23 anni, studia e ha amici simpatici all'università cui si è iscritto in una grande città. I compagni di studi hanno capito il suo orientamento sessuale e l'hanno accettato pienamente. Il problema però, è che è nato e vive in un piccolo centro, dove fino a poco tempo fa, per non essere oggetto di battute più o meno pesanti, espresse in modo più o meno esplicito, aveva tenuta nascosta la propria condizione. Recentemente, però, si è confidato con un amico compaesano che credeva leale e sincero il quale però, dopo una prima reazione improntata alla perplessità ma sostanzialmente neutra, ha cominciato a osteggiarlo apertamente. Con lui, racconta Damiano, sono cominciate discussioni infinite sull'omosessualità e questo ragazzo è arrivato a dire che non capisce che cosa ci facciano gli omosessuali nell'ambito della società, che ruolo di utilità possano svolgere, affermando che li considera come cellule cancerose impazzite, quasi delle pericolose metastasi. Inutilmente Damiano ha citato un lungo elenco di artisti, poeti, musicisti, intellettuali del passato e contemporanei che hanno dato alla società contributi eccezionali, opere e idee immortali, ma non è riuscito a far cambiare idea all'amico. La sua mail mi è arrivata tempo fa e sinceramente non sapevo proprio che argomentazioni suggerirgli oltre a quelle da lui già sostenute con l'amico, tranne magari fargli osservare che le differenze esistono in natura a tutti i livelli e dunque sono “previste” e  “volute” da quella che potremmo definire “Vita”, “Coscienza cosmica” o in qualunque altro modo la si voglia chiamare. Ma mi rendevo conto di non potergli suggerire niente di “scientifico”. Nei giorni scorsi mi è arrivata forse la soluzione del mio problema nei suoi confronti. Ecco, caro Damiano, nel ringraziarti di seguire questo modesto (ma spero utile) blog, che cosa hanno detto proprio recentemente, in sostanza, alcuni ricercatori dell'Università di Portsmouth, nel Regno Unito, in uno studio pubblicato dal magazine Archives of Sexual Behavior.

«I pensieri e i comportamenti omosessuali hanno, nel corso dei secoli, contribuito a cementare molte amicizie poi rivelatesi funzionali all'evoluzione della specie e al miglioramento delle sue capacità sociali. L'omosessualità, quindi, è servita  e serve tuttora all'evoluzione della specie umana in quanto rafforza i legami sociali fra le persone dello stesso sesso».

Lo studio si è basato soprattutto sull'omosessualità femminile e sui livelli di progesterone nelle donne, ormone che oltre a essere molto importante durante il ciclo mestruale e la gravidanza, è anche responsabile del senso di amicizia e della tendenza umana a prendersi cura del prossimo. Un ormone che è presente anche negli uomini, seppure in quantità assai minori, ma che comunque anche nel genere maschile è coinvolto nella capacità di intrattenere e approfondire i rapporti sociali. E, sempre secondo quegli scienziati, il progesterone sarebbe legato proprio ai comportamenti omosessuali.
«Il sesso non serve solo a fini riproduttivi - conclude la ricerca - ma a tanti altri, compreso quello di rafforzare i legami sociali».

Dunque, Damiano, prova a portare questi argomenti nelle vostre discussioni, anche se temo che nessuna argomentazione, neppure la più convincente, riuscirà a far cambiare idea al tuo amico. Ciò che mi inquieta, però, lasciamelo dire, è che tu continui a considerarlo tale. In fondo, non sta dimostrando un comportamento amichevole verso di te, e mi domando se dopo tutto non faresti meglio ad andare per la tua strada, lasciando che lui vada per la sua, forte delle sue convinzioni che sfidano non solo la razionalità o la scienza, ma forse anche il buonsenso.





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