lunedì 21 agosto 2017

CONTRO I DOGMI CHE INCATENANO LA MENTE, LA LUCE DELLA CONSAPEVOLEZZA




«Dopo il vergognoso, disumano, cruento, deprecabile, schifoso attentato a Barcellona, compiuto da ragazzi vuoti di tutto a infarciti di idee malsane da adulti che meriterebbero tutti la fine che ha fatto quel sedicente imam di Ripoll, adesso leggo che recentemente è stato sventato un attentato kamikaze su un aereo Etihad in partenza dal Libano con destinazione Australia, ordito da quattro fratelli libanesi-australiani che volevano colpire sia gli Emirati Arabi (Paese dell'Etihad) sia l'Australia, appunto, perché facenti parte della coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti contro gli estremisti, più che la paura (non ne ho per niente) sento montare sempre dentro di me rabbia e odio, - scrive Calogero R. - Lo so che sto cedendo all'emotività, ma sfido chiunque a rimanere passivo di fronte a gesti di tale gravità, che causano la morte o mettono in pericolo la vita di tante persone. Per giunta, leggo anche, come cosa ormai scontata, della penetrazione in Europa di questa ideologia fanatica e distruttiva per opera della dinastia Saud dell'Arabia Saudita, appunto, attraverso fiumi di denaro che arrivano per sponsorizzare nuove moschee e centri culturali (ma che cultura è, la loro?), che si moltiplicano a vista d'occhio, e dove, soprattutto, hanno terreno fertile le idee di distruzione dell'Occidente. Mi domando che cosa stiamo aspettando per reagire contro i nostri governi, visto che sono conniventi in quanto proprio all'Arabia Saudita vendono armamenti per milioni di dollari, in pratica permettendo a questa fazione islamica e ai fanatici, che sguinzagliano per tutta Europa e non solo, di conquistare i nostri Paesi e assoggettarli al jihad e alla sharia. Sapete che cosa vuol dire? Fanatismo estremo e morte tra le più orribili per chi non si adegua alle loro folli idee. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi! Bisogna ammetterlo: ormai gli islamici rappresentano un problema per l'Europa. E non mi meraviglierei se d'ora in poi aumentasse in modo esponenziale un pericoloso atteggiamento di rigetto e di odio nei loro confronti. Molti si chiedono che senso ha volerli a tutti costi integrare qui da noi: è come voler coltivare sul Monte Bianco la pianta di argan che cresce presso le zone desertiche in Marocco. Chi mai ha avuto questa “pazza idea”. E perché? Un giorno la storia ce lo spiegherà. Ma temo che sarà troppo tardi».
Rispondendo a Calogero, evidentemente esprimendo anche il mio parere, in effetti mi trovo d'accordo sulla situazione di allarme che segnala. Si tratta di un altro sintomo della pericolosa, minacciosa e distruttiva inconsapevolezza umana che sta dilagando nel mondo intero. Sulla religione islamica, dogmatica per eccellenza (anche se pure il cristianesimo non è affatto indenne dagli insegnamenti dogmatici), si sono innestati rami marci di fanatismo in cui il dogma, e non Allah, è il vero Dio. E così tanti giovani privi di valori, depressi, vuoti di tutto, disperati si lasciano manipolare da persone diaboliche (nel vero senso della parola, perché manovrate da satana) per compiere simili nefandezze. E poi dovremmo credere alle parole di parenti e pseudo imam delle loro moschee, che ogni volta ci raccontano che erano bravi ragazzi, che pregavano, studiavano, erano integrati, e che loro non si erano proprio accorti che erano cambiati. Sempre la stessa tiritera cui ormai non crediamo più. Parliamoci chiaro, gli islamici non possono integrarsi nella vita occidentale, aperta, proprio perché la loro religione si fonda su dogmi. Fanno riferimento a ciò che dice il Corano - lo affermano tranquillamente, in continuazione -  e magari non sanno neppure che cosa dice esattamente o lo interpretano a modo loro, all'eccesso, tuttavia da generazioni si tramandano questi dogmi che permeano la loro vita. Gli islamici sono, secondo il mio modestissimo e, molto probabilmente, criticabilissimo parere, a uno stadio di adolescenza dell'umanità, a causa proprio dell'esistenza da questa rigida rete di dogmi che impedisce loro di evolvere verso la pienezza dell'autonomia. E non è tutto. Anche molti loro comportamenti sembrano indicare che sono fermi a uno stadio di età dell'umanità pre-adulta: basta vedere l'atteggiamento di sottomissione cui obbligano le loro donne e la loro esclusione dalle preghiere nelle moschee, riservate ai soli uomini. Come non sospettare in questo, e in altro, un complesso di Edipo non risolto diffuso globalmente, naturalmente a livello inconscio? E cioè la presenza di un “attaccamento omosessuale” inconscio alla figura del Padre, che fa sì che gli uomini siano sempre a contatto tra di loro, in molte occasioni anche molto ravvicinato, pur ripudiando e condannando severamente di fatto l'omosessualità a livello conscio, come ovvio meccanismo di difesa, anzi facendo fuori in modo cruento chi si macchia di questa “depravazione”. Mentre le donne devono offrirsi loro “pure” ovvero vergini (non già “usate”da un altro, cioè dal Padre), li devono servire devotamente quasi come fanno madri amorevoli di figli narcisisticamente desiderosi di un amore esclusivo. Devono andare in giro velate e coperte nei loro visi e nelle loro rotondità, rese asessuate e insignificanti per non suscitare l'eccitazione di altri uomini, e ancora una volta incombe l'ombra ossessionante della virilità minacciosa del Padre che potrebbe vendicarsi per la gara nel conquistare la Madre. Le donne, infine,  possono essere ripudiate e lapidate, se ree di adulterio, quindi se hanno osato infrangere quel patto d'amore totalizzante che è tipico del bambino nella fase edipica. Per finire, l'odio per l'uomo occidentale e quello che rappresenta, per la civiltà che ha saputo creare, ossia ancora una volta l'odio per il Padre, cioè l'uomo adulto, autonomo, che è riuscito a imporre la propria forza, ammirato dalle donne, realizzatore di uno di stile di vita aperto, democratico, in cui tutti hanno posto e voce. Ma ritenuto infedele perché si sottrae alla sua visione paranoide, al magma di sentimenti ambivalenti di cui è preda, tenuti a bada solo dai dogmi della religione che impongono una disciplina repressiva che si vorrebbe imporre anche a tutti gli altri uomini, per neutralizzarli. Invidia, alla base, e voglia distruttrice per non riuscire, insomma, a seguire i modelli occidentali, ipocritamente disprezzati e condannati.
Qualunque religione “di massa”, del resto, è impregnata di dogmi e chiede ai singoli di seguirli pedissequamente, mentre la vera religione (quella “che lega a Dio” nel vero senso della parola) è individuale e risiede nella profondità del cuore di ciascuno, come insegnano per esempio il Buddhismo, ma anche frange mistiche del cristianesimo (vedi per esempio l'esicasmo, forma di perenne contemplazione della presenza di Dio tramandata dai monaci del Monte Athos), o il sufismo per l'Islam. I veri profeti, come per esempio il Buddha, con i loro insegnamenti lasciano in eredità a tutta l'umanità un metodo sperimentale, privo di dogmi, in cui ciascuno deve trovare in sé la propria saggezza e ciascuno ha la propria possibilità di affrancarsi dalle catene che risiedono nella mente umana priva di consapevolezza.

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