martedì 14 maggio 2013

GLI UOMINI DI POTERE? VANNO GIUDICATI DALLE AZIONI D'OGNI GIORNO E NON DALLE PROMESSE MIRABOLANTI. LO HA DETTO ANCHE MONTAIGNE

Ecco che cosa scrisse Michel de Montaigne (nel ritratto sopra), filosofo, scrittore, aforista e politico francese (1533-1592), sull'azione del giudicare:

«Per giudicare bene un uomo, bisogna controllare principalmente le sue azioni ordinarie e osservarlo nel suo procedere ogni giorno».

Ed ecco come commenta questo aforisma Claudio Lamparelli, scrittore, traduttore e studioso di storia delle religioni, nel suo volumetto L'arte della serenità, Oscar Mondadori:
«Questo principio è valido per giudicare sia gli altri sia noi stessi. Se vogliamo evitare delusioni e sofferenze dovute a giudizi sbagliati, dobbiamo arrivare a capire chi abbiamo di fronte, quale sia il suo vero carattere.
Ciò è ancora più importante quando una persona si presenta come una guida, un maestro, un consigliere, un educatore, un politico e così via. Prima di affidare a qualcuno del potere, dobbiamo sapere se non abbiamo a che fare con un ipocrita o un imbroglione.
Bisogna allora prescindere da quello che dice, perché lo strumento principale dell'arte della truffa è la parola. Nella nostra civiltà dei mass-media sono state messe a punto tecniche sofisticate per sedurre e convincere, per creare miti che non corrispondono minimamente alla realtà.
Gli uomini che aspirano al potere possono imporre una loro immagine artificiale, del tutto infondata, e spesso del tutto opposta a ciò che veramente sono: utilizzano semplicemente i metodi con cui i pubblicitari vendono i prodotti commerciali.
Dobbiamo dunque diffidare non solo dei bei discorsi, ma anche delle belle immagini. “In un uomo osserva la maniera di agire” consiglia Confucio “esamina le sue motivazioni, guarda dove trova appagamento. Questo è un mezzo sicuro per conoscere il suo carattere”.
Per giudicare di una persona, dobbiamo osservare come si comporta nella vita di tutti i giorni; e, beninteso, questo vale anche per noi stessi.
Spesso noi non ci conosciamo affatto, non sappiamo chi siamo, abbiamo immagini sbagliate di noi stessi. Anche in questo caso, vale lo stesso principio: giudicare non in base alle parole o alle dichiarazioni d'intento, ma in base a ciò che si fa e al modo in cui ci si comporta nella realtà di tutti i giorni.
Dice un proverbio arabo: “La prima volta che un uomo ti inganna la colpa è sua, ma la seconda la volta è tua”».

Non viene automatico ricollegare queste affermazioni soprattutto a certi uomini politici italiani (e non solo) che a furia di promesse mirabolanti e mai mantenute campano e, anzi, si arricchiscono alle spalle degli inermi cittadini, anteponendo i propri interessi ai loro, impoverendoli e costringendoli a
vivere nelle difficoltà e nella disperazione?

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